FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Numero 217 - Ottobre 2014

Dale Recinella a Torino
SOMMARIO:
1) Un'entusiasmante settimana con Dale Recinella! di Grazia Guaschino
2) Per esentare dalla pena di morte malati e disabili mentali
3) Uccidono Panetti: si difese da sé chiamando in aula Gesù e Kennedy
4) Nobel per Malala attivista per l'istruzione delle donne
5) Per le ragazze rapite in Nigeria mobilitazione fino ad ora inutile
6) ISIS 'puro male'? Forse questa volta siamo d'accordo con Obama
7) Grande inutile mobilitazione per salvare Reyhaneh dal capestro
8) Orgogliosa difesa della macchina della morte iraniana
9) Assiste alle partite di pallavolo per... contestare il regime
10) Rapporto per l'Assemblea Generale: pesantissime accuse all'Iran
11) Confermata in Pakistan la pena di morte per la cristiana Asia Bibi
12) Un altro condannato a morte texano la scampa, per caso
13) L'Oklahoma riprende ad uccidere... schermando le esecuzioni
14) Rapporto di Amnesty International sui fatti di Ferguson
15) Francesco dice senza mezzi termini: “Abolite la pena di morte!”
16) Notiziario: Texas, Usa
1) UN'ENTUSIASMANTE SETTIMANA CON DALE RECINELLA! di Grazia Guaschino
Nella giornata del 10 ottobre, Giornata Mondiale Contro la Pena di morte, e nei giorni adiacenti, si sono svolte come tutti gli anni manifestazioni per l'abolizione della pena capitale. Quest'anno il nostro Comitato ha organizzato un ciclo di conferenze di Dale Recinella, cappellano laico nel braccio della morte della Florida. Ecco il diario scritto da Grazia dall'11 al 18 ottobre al seguito di Dale.
Ho avuto ancora una volta il privilegio di ospitare e di accompagnare in un ciclo di conferenze il nostro straordinario amico americano Dale Recinella. Dale è arrivato in Italia l’11 ottobre, provenendo da Parigi e da Lourdes, città in cui era stato invitato dagli editori della versione francese del suo libro “Now I walk on death row”1.
Sabato 11 ottobre. Alle 16:15 il TGV arriva puntualissimo nella nuova stazione sotterranea di Porta Susa a Torino. Dale scende ed è per me e Guido una gioia immensa, come sempre, poterlo riabbracciare.
Domenica 12 ottobre. Dale tiene l'omelia nella Messa delle 10:30 nella parrocchia di San Giulio d’Orta di Torino gremita da almeno 400 persone. Ci sono anche amici di Dale venuti da molto lontano per ascoltarlo. Il Vangelo è il brano di Matteo in cui Gesù narra la parabola del re che invita alle nozze di suo figlio tanti amici: questi non si presentano e allora il re manda a raccogliere i poveri per la strada fino a riempire la sala del banchetto nuziale. Dale inizia la sua omelia dicendo “Potremmo un giorno essere stupiti da chi troveremo in Paradiso seduto accanto a noi!” Poi racconta di un condannato che negli anni trascorsi nel braccio della morte non si era mai pentito dei suoi crimini, ma che, quando gli fu fissata la data di esecuzione, chiese a Dale di andare a trovarlo nella casa della morte, in cui si sentiva molto solo. Il condannato, al termine di un intenso cammino
spirituale sotto la guida di Dale, domandò ed ottenne di essere battezzato il giorno stesso dell'esecuzione. Molti di coloro che in carcere avevano conosciuto quest’uomo erano scettici sulla sua conversione, ma un funzionario del carcere telefonò a Dale e gli disse che questo aveva
trascorso le ultime tre ore della sua vita leggendo il Vangelo e spiegando alle guardie, incaricate della sua esecuzione, quali brani lo avevano persuaso a compiere la sua scelta di fede. In chiesa tutti
ascoltano le parole di Dale, che io traduco passo passo, molti hanno gli occhi lucidi. Al termine della Messa, passiamo almeno mezz’ora a salutare i suoi vecchi e nuovi amici, che vengono a congratularsi commossi. Tra queste persone c’è una insegnante di liceo che mi chiede far parlare
Dale nella sua scuola. Dale acconsente alla richiesta determinata da tanto entusiasmo nei suoi confronti.
Lunedì 13 ottobre. Andiamo a Pinerolo, una cittadina non molto distante da Torino, dove gli amici di Amnesty hanno organizzato una conferenza nel Liceo Classico e Scientifico “G. F. Porporato”. Dal momento che la conferenza è stata fissata nel pomeriggio in orario extra didattico, si presentano pochi studenti (non sanno che cosa si perdono!), ma Dale ne approfitta per trasformare la conferenza in una “chiacchierata” amichevole: seduti in cerchio i presenti ascoltano con grande interesse (e videoregistrano l’intero intervento). Dale descrive la sua attività di volontario contrapponendo il “mito” della pena capitale, come viene spacciato dai politici, con la “realtà” della pena di morte e di tutto l’orrore che essa rappresenta.
Martedì 14 ottobre. Come richiestoci dall’insegnante alla Messa di domenica, ci rechiamo al liceo linguistico Spinelli di Torino, dove, dalle 9 alle 11, Dale tiene due conferenze consecutive in due classi.
Dal momento che i ragazzi capiscono l’inglese, le conferenze non vengono tradotte e io… mi riposo. Dale invece no, lui si spende con la consueta energia e i ragazzi sono entusiasti. Lasciamo alla loro altrettanto entusiasta insegnante fogli da far compilare con gli indirizzi email dei giovani
che vogliono rimanere in contatto con il Comitato Paul Rougeau.
Alle 21 dello stesso giorno ci rechiamo alla sede della Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM), per tenere una conferenza intitolata “E’ cosi che Dio entra nel braccio della morte”. La splendida sala è piena di persone (almeno una settantina) di tutte le età: ascoltano con commossa attenzione le parole appassionate di Dale, che rivelano tutta la sua intensa fede e il suo amore per il prossimo sofferente. Al discorso segue un fiume di domande. Il Delegato dello SMOM definisce Dale “un moderno Cafasso”. Tutti applaudono, anche se Dale si
mette a ridere e rifiuta energicamente un simile paragone.
Mercoledì 15 ottobre. Il nostro appuntamento è a Novara di buon mattino. Anna Maria e Gianni hanno organizzato una conferenza all’Istituto Tecnico Industriale Fauser. Gli studenti imparano informatica e tecnologia aeronautica. In un'aula magna attrezzatissima, Dale parla a oltre trecento
studenti delle classi quarte e seconde. Quello stesso giorno la professoressa Anna Cardano, che ha presieduto alla conferenza, invia al Comitato Paul Rougeau il seguente messaggio: “La "conferenza" di questa mattina è andata benissimo. Nell'aula magna piena di studenti per due ore
non è volata una mosca. I ragazzi hanno interpellato Dale anche dopo la conclusione del suo intervento, e non lo lasciavano più andare via. Le domande che hanno posto erano profonde e sentite. Ottima anche l'idea di ricostruire con corda e cartoni lo spazio della cella del condannato.
Credo che il merito sia da attribuire all'associazione Paul Rougeau [...], e soprattutto alla capacità umana e oratoria di Dale, spesosi fino all'ultimo per comunicare la sua esperienza. [...] Ringrazio le colleghe che hanno proposto e organizzato l'iniziativa. Anna Cardano”.
Dopo la conferenza, Anna Maria e Gianni ci invitano a casa loro, dove ci hanno preparato un ottimo pranzo.
Giovedì 16 ottobre. Al mattino portiamo Dale a rivedere da vicino la basilica di Superga in cima alla collina che sovrasta Torino. Subito dopo andiamo con Dale davanti al monumento dedicato a S. Giuseppe Cafasso, realizzato dai detenuti di tutta Italia ed eretto nel piazzale dove un tempo sorgeva
la forca, il palco sul quale anche Cafasso saliva per accompagnare fino alla fine con amore e compassione infinita i condannati a morte, che lui chiamava “I miei santi impiccati”.
Nel pomeriggio ci rechiamo al Castello del Valentino, sede della facoltà di Architettura, dove, nell’ambito di un programma chiamato “Torino Film Festival Itinerante” viene proiettato il film- documentario “Milleunanotte”, che descrive le condizioni di vita in un carcere italiano. Gli amici di
Amnesty hanno organizzato un intervento di Dale al termine del film. L’intervento è breve, ma l’applauso che segue le parole di Dale è lunghissimo.
Venerdì 17 ottobre. Ci rechiamo al nuovissimo Campus Einaudi, dove il Prof. Sarzotti, docente alla facoltà di Giurisprudenza, ha accolto l’invito degli amici di Amnesty e fa tenere da Dale una conferenza ai suoi studenti del primo anno. L’orario della lezione è dalle 10:15 alle 12:45, ma la
maggioranza dei giovani lascia la grande aula, dopo moltissime domande, solo alle 13:20.
Nel pomeriggio Dale fa la valigia e noi ci prepariamo a dirgli di nuovo arrivederci. Nella notte lo accompagniamo all’aeroporto della Malpensa e alle 5 di sabato mattina lo abbracciamo commossi e lo seguiamo con lo sguardo mentre si reca ai cancelli d’imbarco.
Non ci sono parole per ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo straordinario ciclo di eventi: gli amici di Amnesty, che come sempre si sono attivati con entusiasmo e spirito d’iniziativa; i professori che hanno programmato e apprezzato le conferenze di Dale ai loro studenti;
il mio parroco, che, con piena fiducia, ha affidato a Dale l’omelia della messa domenicale; Anna Maria e Gianni, che a Novara hanno pianificato con cura l’organizzazione della conferenza all’Istituto Fauser e ci hanno accolti con grande amicizia; Guido, il mio infaticabile marito, che ci
ha accompagnati in auto ovunque e soprattutto ci ha sostenuti moralmente con il suo entusiasmo.
Più di tutti, però, ringrazio Dale, che si è affidato ancora una volta alla nostra ospitalità ed ha trascorso con noi giornate faticose, fitte di impegni. Ogni sua conferenza costituisce un grande sforzo psicologico per lui che rivive ogni volta le esperienze drammatiche del braccio della morte.
Complessivamente abbiamo parlato a oltre 1.500 persone, tra adulti e ragazzi. Speriamo davvero che tutti i “semi” gettati in così tanti cuori riescano a mettere radici e a portare frutti, che contribuiscano a por fine all’orrenda istituzione della pena di morte.
(1) Il libro è stato tradotto in italiano e pubblicato nel 2012 dalle Edizioni San Paolo con il titolo “Nel braccio della morte” ed è stato tradotto in francese e pubblicato nel 2013 in Francia con il titolo “Couloir de la mort, chemin de vie”.
2) PER ESENTARE DALLA PENA DI MORTE MALATI E DISABILI MENTALI
Giornata Mondiale 2014: soprattutto in difesa dei condannati malati mentali e disabili intellettivi.
Quest'anno, in occasione della XII Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte, celebratasi il 10 ottobre e nei giorni contigui, Amnesty International e le altre 200 organizzazioni piccole e grandi facenti parte la Coalizione Mondiale Contro la Pena di Morte (tra cui il nostro Comitato) hanno
messo in particolare evidenza l'uso della pena capitale nei confronti di malati e disabili mentali.
Ancora oggi persone con disabilità intellettiva o malattia mentale continuano ad essere messe a morte. Amnesty ricorda che gli standard internazionali stabiliscono che le persone che soffrono di malattia mentale o disabilità intellettiva non devono subire la 'sanzione estrema'; tali standard non hanno lo scopo di giustificare crimini orrendi ma stabiliscono criteri in base ai quali la pena di morte può essere o meno inflitta.
Amnesty International ha documentato casi di persone con forme di disabilità e/o malattia mentale condannate e/o messe a morte in paesi quali il Giappone, il Pakistan e gli Stati Uniti (1).
Durante le conferenze tenute dal nostro ospite Dale Recinella nel nord Italia (2) sono stati ampiamente illustrati casi emblematici di malati mentali condannati e/o messi a morte negli Stati Uniti.
__________________________________________________________
(1) V. nel n. 216, "Disabili mentali innocenti..." nonché l'articolo seguente e, nel Notiziario, l'ultimo articolo.
(2) V. articolo precedente; cliccando nella mappa all'indirizzo http://www.worldcoalition.org/world-day-
against-death-penalty-2014-calendar-events.html (View Larger Map) si possono trovate gli argomenti trattati da Dale Recinella nelle conferenze di Pinerolo, Torino e Novara.
3) UCCIDONO PANETTI: SI DIFESE DA SÉ CHIAMANDO IN AULA GESÙ E
KENNEDY
Assurda insistenza del Texas per portare a termine dopo 22 anni l'esecuzione del folle Scott Panetti.
Scott Panetti uccise i suoceri in Texas nel 1992 e nel 1995 fu condannato a morte. Arrivò alle soglie dell'esecuzione nel 2004, nonostante vi fossero sovrabbondanti segnali della sua insanità mentale. A giugno del 2007, lo salvò una sentenza della Corte Suprema USA che parve importante e
innovativa: per mettere a morte un condannato non bastava che egli fosse cosciente di essere messo a morte e per quale motivo (condizione minima vigente), occorreva che questi avesse una piena consapevolezza della natura della pena ricevuta (1). Si riaprì così l'iter processuale presso le corti
inferiori, finché, 7 anni dopo, il 6 ottobre scorso, la Corte Suprema - rifiutandosi di riconsiderare il suo caso - ha permesso di fissare per lui la data di esecuzione. Il Texas si è sbrigato a fissarla quanto prima: per il 3 dicembre p. v.
Ricordiamo che Panetti soffre di schizofrenia paranoide, allucinazioni, depressione... ed è stato ricoverato 14 volte in strutture psichiatriche. Pretese, ed ottenne, di difendersi da sé durante il processo, a cui si presentò con un vestito rosso da cow boy e durante il quale chiamò al banco dei testimoni - tra gli altri - Gesù Cristo, John F. Kennedy ed Anne Bancroft. Afferma che Satana, tramite lo stato del Texas, vuole metterlo a morte per impedirgli di predicare il Vangelo.
Il definitivo rigetto degli argomenti della difesa da parte della famigerata (2) Corte d'Appello federale del Quinto Circuito, si basa soprattutto su una nuova perizia dello psichiatra floridiano Alan Waldman (ordinata dall'accusa e pagata dal Texas tra 250 e 350 dollari ad ora di lavoro). Da notare: Waldman si vanta di riuscire a capire quando un detenuto finge di essere un malato mentale (3).
_____________________
(1) V. ad es. nn. 146, 150, 159.
(2) Tale corte federale, che si occupa di stati particolarmente forcaioli (Texas, Louisiana e Mississippi), non ha mai sentenziato che un condannato non potesse essere messo a morte a causa di una malattia mentale.
(3) Il dottor Alan Waldman è stato nominato 3 volte dai governatori delle Florida per valutare lo stato mentale di condannati. In tutti e tre i casi i condannati avevano una storia di malattia mentale pregressa rispetto ai crimini loro contestati. Waldman ha sempre affermato che i condannati erano da considerare mentalmente sani agli effetti giudiziari. In 2 di tali 3 casi egli concluse che i detenuti simulavano la loro follia.
4) NOBEL PER MALALA ATTIVISTA PER L'ISTRUZIONE DELLE DONNE
Malala Yousafzai è molto più di una matura, simpatica e infaticabile ragazzina pakistana.
È stata chiamata fuori dalla classe durante un'ora di chimica il 10 ottobre ed ha saputo che le è stato conferito il Premio Nobel per la Pace - per la prima volta assegnato ad un minorenne (1). Dopo l'invito a parlare alle Nazioni Unite il 12 luglio 2013 (2), ecco un altro grande riconoscimento per
Malala Yousafzai.
Malala Yousafzai - ormai conosciuta nel mondo semplicemente come Malala - è una ragazza pakistana 17-enne che cerca di sfruttare la sua simpatia e la sua terribile esperienza passata per far avanzare i propri ideali.
Attivista per il diritto all'istruzione delle donne fin dall'età di 11 anni, ha sempre approfittato della crescente attenzione dei media per propagandare le sue idee.
Il fatto che gli integralisti del suo paese nel 2012 le abbiano sparato alla testa e al collo (3), e che sia miracolosamente sopravvissuta, le ha dato un surplus di visibilità da spendere per i propri ideali.
Impegnata con grande volontà negli studi a Birmingham in Inghilterra dove si è dovuta trasferire per aver salva la vita, non si esime dal recarsi dove pensa di poter essere utile: ha speso la sue ultime vacanza estive in Nigeria adoperandosi con gli attivisti che vogliono ottenere la liberazione delle ragazze rapite dal gruppo estremista Boko Haram (4).
Ha imparato a parlare bene e non soltanto in televisione (5). Lo ha fatto anche con il presidente Obama contestando l'azione militare degli Usa contro gli estremisti islamici: "Mandate libri invece dei soldati, mandate penne invece delle armi". A chi le chiese quale era stata la risposta del
Presidente Usa, rispose: "Lo sai, è un politico..."
Enormemente avvantaggiata - almeno da un punto di vista temporale - rispetto al medico Albert Schweitzer che ebbe il Premio Nobel per la Pace dopo un'intera esistenza di lavoro umanitario, e di Aung Sang Suu Kyi, che lo ha avuto dopo decenni di resistenza contro i militari in Myanmar, ha
davanti a sé tutta una vita da programmare coerentemente col premio ricevuto. A volte dice che vorrebbe diventare una leader politica in Pakistan, come Benazir Bhutto, la prima donna capo del governo in quel paese (peraltro assassinata nel 2007).
_______________________
(1) Insieme a lei, il premio Nobel per la Pace è stato dato anche all'attivista indiano 60-enne Kailash Satyarthi.
(2) V. n. 207
(3) È ancora in terapia per i postumi delle ferite.
(4) V. art. seguente.
(5) V. http://www.nytimes.com/video/times-talks-malala-yousafzai/
5) PER LE RAGAZZE RAPITE IN NIGERIA MOBILITAZIONE FINO AD ORA INUTILE
Human Rights Watch ha rammentato al mondo, con un impegnativo rapporto reso noto a fine ottobre, le 219 ragazze nigeriane da quasi 7 mesi in mano gruppo integralista Boko Haram.
Un rapporto reso noto da Human Rights Watch il 27 ottobre (1) ci aggiorna sulla drammatica vicenda delle ragazze rapite in Nigeria dal gruppo islamico integralista Boko Haram: negli ultimi due anni almeno 500 ragazze sono state rapite nella periferica regione settentrionale di Chibok.
Nell'intenzione degli islamisti le poverette, in prevalenza cristiane, devono convertirsi ad una versione estrema dell'Islam e sposare i rapitori, nonché svolgere lavori forzati di assistenza ai militari impegnati nel conflitto con l'autorità centrale.

Le ragazze rapite Foto diffusa da Boko Haram
Anche se alcune delle ragazze sono state liberate o sono riuscite a scappare, nelle mani di Boko Haram rimane la maggioranza delle 300 studentesse rapite a metà aprile dopo l'irruzione del gruppo armato in una scuola (2): 219 secondo HRW.
Le autorità centrali della Nigeria, un paese tormentato da insurrezioni e conflitti, dissero che, nell'interesse delle vittime, occorreva usare una tattica prudenziale di accerchiamento e di penetrazione nei luoghi di detenzione, anziché attaccare frontalmente i militanti di Boko Haram per liberare le studentesse.
Dopo di che la situazione si è cronicizzata con il governo che svolge lente trattative in Ciad con i rapitori, tentando anche uno scambio di prigionieri.
Anche se la vicenda delle ragazze rapite è emblematica - ed ha avuto una particolare risonanza nel mondo con migliaia di giovani che fanno pressioni sulla Nigeria tramite i social network e manifestano nelle piazze - la drammatica situazione nel nord del paese non riguarda solo loro. HRW
e le altre organizzazioni umanitarie parlano di oltre 7.000 civili morti ammazzati a partire da 2009 con più delle metà degli omicidi concentrati negli ultimi due anni.
________________________
(1) V. http://multimedia.hrw.org/distribute/dyofmhisuk
(2) V. n. 214, Notiziario
6) ISIS 'PURO MALE'? FORSE QUESTA VOLTA SIAMO D'ACCORDO CON OBAMA
Il gruppo integralista ISIS (Stato Islamico dell'Iraq e della Siria), costituitosi in 'califfato islamico', sembra animato solo dalla crudeltà - accuratamente depurata da ogni senso di umanità e di razionalità - e forse dalla voglia di apparire nei media e di spaventare il più possibile il mondo intero. Eppure l'ISIS riesce ad ottenere i fondi necessari per combattere la sua guerra ed anche gli uomini, volontari che arrivano da dentro e da fuori i paesi islamici, e riesce a controllare una buona parte del destrutturato Iraq ed una vasta porzione del nord est della Siria, provocando oltre un milione di profughi (1). Le sue 'imprese', incluse le decapitazioni videoregistrate di prigionieri
occidentali, ci vengono raccontate puntualmente sul piccolo schermo, pertanto, almeno per il momento, non ce ne occupiamo a fondo qui.
Riguardo all'ISIS, siamo una volta tanto d'accordo con il Primo Ministro David Cameron e il Presidente Barack Obama che lo hanno definito 'male puro' (pure evil). Non tanto però d'accordo con l'intento di Obama di porvi rimedio con l'uso dei droni, piuttosto lo siamo con Malala Yousafzai
che propone di combattere gli integralisti con libri e penne, cioè con l'istruzione. Purtroppo la ricetta di Malala non serve nell'immediato per i poveretti che ora vengono uccisi dall'ISIS.
_______________________
(1)Vedi http://www.nytimes.com/interactive/2014/06/12/world/middleeast/the-iraq-isis-conflict-in-maps-
photos-and-video.html
7) GRANDE INUTILE MOBILITAZIONE PER SALVARE REYHANEH DAL CAPESTRO
In Iran viene messo a morte un numero enorme e crescente di prigionieri. Di quando in quando in favore di qualche condannato si verifica una mobilitazione internazionale: quest'anno particolarmente intensa ma inutile è stata la campagna per evitare l'impiccagione della giovane Reyhaneh.
