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FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

 

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

 

Numero 286  -  Settembre 2021(*)

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Rick Allan Rhoades

SOMMARIO:

1) Nel braccio della morte per difendere la vita

2) Il Texas mette a morte Rick Allan Rhoades

3) Flowers cita in giudizio l’accusatore che lo ha perseguito 6 volte

4) Chiesta la grazia per Jones condannato a morte in Oklahoma

5) Sospesa l’esecuzione di John Ramirez in Texas per motivi religiosi

6) Concessa la grazia postuma ai sette neri di Martinsville

7) Usa: Continua a diminuire la popolazione dei bracci della morte

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Dale Recinella, l’arcivescovo Vincenzo Paglia e Papa Francesco

1) NEL BRACCIO DELLA MORTE PER DIFENDERE LA VITA

 

Il nostro amico Dale Recinella, cappellano laico nel braccio della morte della Florida, è venuto in Italia con la moglie Susan per compiere un ampio tour tra settembre e ottobre. Riportiamo qui un’intervista rilasciata da Dale al momento della partenza da Jacksonville. Nel prossimo numero pubblicheremo un ampio resoconto della visita di Dale e Susan Recinella nel nostro paese.

 

Intervista a Dale Recinella, cappellano “laico” nel braccio della morte in Florida. “Molti cristiani sono convinti che sia uno strumento che il Signore ha dato all’uomo per vendicarsi”. Nei prossimi giorni a Roma dove riceverà il premio "Custode della vita", indetto dalla Pontificia Accademia per la Vita, e visiterà i detenuti collaboratori di giustizia nella Casa di reclusione di Paliano

 

Davide Dionisi – Città del Vaticano

 

Con i suoi 320 detenuti, lo stato della Florida ha il più grande braccio della morte attivo negli Stati Uniti. Di questi, una sessantina sono cattolici e altri 17 si stanno convertendo. Dale Recinella li conosce bene e, insieme a sua moglie Susan, li assiste, accompagnandoli ogni giorno parlandogli di Gesù. Ex prestigioso avvocato della finanza di Wall Street, laureato alla Notre Dame Law School, proprietario di un attico affacciato sulla baia di Miami, lascia tutto trenta anni fa e decide di diventare assistente spirituale dei condannati a morte. Prima di salire sul volo che lo porterà a

Roma dove, nei prossimi giorni, parteciperà all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, riceverà il premio "Custode della vita", indetto dalla stessa Accademia, e visiterà i detenuti collaboratori di giustizia nella Casa di reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone, racconta a Vatican News la sua missione e l’impegno della Chiesa in questo difficile percorso ad ostacoli e quali sono le prospettive future in vista di una prossima, quanto auspicabile, abolizione della pena capitale nel suo paese. Alla luce anche di quanto avvenuto in Virginia, diventato lo scorso marzo il primo Stato del sud a scaricare il boia.

 

Il ruolo della Chiesa statunitense

Recinella affronta subito il tema delle “persistenti resistenze” negli Usa per l’abolizione della pena capitale. “Ritengo che ancora sia in vigore anche per alcune nostre responsabilità. Molti cristiani sono convinti che sia uno strumento che il Signore ha dato all’uomo per vendicarsi. E’ evidente che questo esula dagli insegnamenti cardine del Vangelo”. Ma Dale è convinto che la Chiesa statunitense riesca pienamente ad incidere nel dibattito sull’abolizione. Anzi, definisce il suo ruolo “fondamentale”. “Negli anni 80 e 90 i fautori alle esecuzioni rappresentavano l’80 percento della popolazione. La visita di Giovanni Paolo II fu determinante sotto questo punto di vista perché lanciò un messaggio forte. Tale spinta rese possibile una riflessione e un’indagine più approfondita tanto che ci si rese conto che nei bracci della morte c’erano molti innocenti. Oggi possiamo dire che l’opinione pubblica è divisa a metà anche perché Benedetto XVI prima, e Francesco poi, hanno continuato sul solco di Woytila attraverso prese di posizione molto forti. E’ un cammino lungo e faticoso, ma continuiamo nella nostra missione”.

 

Difendere la vita attraverso la testimonianza

Recinella chiede, poi, di “prestare molta attenzione ad evitare di agire senza sapere quale direzione prendere”. Il riferimento è ai media americani che, a suo avviso, continuano a dire che la Chiesa americana non è proprio contraria alla pena di morte. “Questa la considero un’aberrazione. Il nostro compito è quello di difendere la vita a tutti i costi attraverso la nostra testimonianza diretta”.

2) IL TEXAS METTE A MORTE RICK ALLAN RHOADES

 

L’esecuzione di un folle omicida portata a termine dopo 30 anni dai fatti suscita grandi emozioni e commenti taglienti di chi è a favore della pena di morte. Anche il governatore del Texas Greg Abbott, un cattolico praticante, è a favore della pena capitale mentre la massima autorità della chiesa cattolica, Papa Francesco, si è pronunciata fermamente contro.

Il 28 settembre il Texas ha ucciso con un’iniezione letale Rick Allan Rhoades, che aveva commesso un duplice omicidio 30 anni fa (1).

Il 13 settembre del 1991 Rhoades aveva pugnalato a morte Charles e Bradley Allen, due fratelli di 31 e 33 anni che dormivano nella loro casa di Pasadena in Texas.

Tre membri della famiglia di Charles e Bradley Allen, nonché l’amico che scoprì i corpi dei due fratelli uccisi, hanno guardato da una finestra nella stanza dell’esecuzione mentre il farmaco letale entrava nella vena del condannato.

Rhoades è stato dichiarato morto alle 18:29’. Ha rifiutato di rilasciare una dichiarazione finale.

I suoi avvocati difensori si sono rifiutati di fare dichiarazioni.

Uscendo dalla camera della morte di Huntsville, i parenti dei due fratelli uccisi erano senza parole.

La figlia di Bradley Allen, nata durante il processo, era presente all'esecuzione. "Ha visto morire mio padre, quindi volevo vederlo morire", ha detto Marley Allen Holt.

Rhoades era nel braccio della morte dal 1992, quando una giuria lo condannò per gli omicidi dei fratelli Allen.

Si tratta del terzo detenuto messo a morte quest'anno in Texas e il sesto negli Stati Uniti.

I media hanno seguito da vicino il processo di Rhoades all'inizio degli anni '90, in parte per la macabra natura del crimine, in parte a causa delle sue precedenti ripetute carcerazioni. A 27 anni Rick Allan Rhoades aveva già scontato quattro condanne in Indiana e in Texas, soprattutto per furti in appartamenti e in auto.

La procuratrice distrettuale della contea di Harris, Kim Ogg, ha partecipato all'esecuzione. La Ogg ha detto che aspettare così a lungo l’esecuzione del condannato può essere una farsa per le persone che sperano di vedere la fine del processo di giustizia penale, e gli Allen hanno aspettato ben 30 anni.

“Questo è l'ultimo atto di giustizia per conto di queste due... vittime innocenti di Rick Rhoades, i cui giorni sono giunti al termine”, ha detto la Ogg. “Penso che l'importante sia concentrarsi sulla conclusione di questa tragedia per questa famiglia e per gli amici della vittima”.

73 imputati della contea di Harris rimangono ora nel braccio della morte, più che in qualsiasi altra contea dello stato, secondo il Dipartimento di giustizia penale del Texas. Il caso di Rhoades era uno dei più vecchi.

Rhoades ha trascorso gran parte dei suoi ultimi giorni dormendo, camminando nella sua cella e incontrando visitatori. Ha parlato con i ministri del culto il giorno prima dell’esecuzione sebbene non avesse chiesto che un consigliere spirituale fosse presente mentre veniva messo a morte.

Martedì 28 settembre il condannato ha selezionato le sue foto e impacchettato le sue cose prima di essere prelevato dalla sua cella alle 18:02’.

Legato alla barella, Rhoades ha guardato brevemente la famiglia Allen e poi ha guardato verso l’alto.

La somministrazione del pentobarbital è iniziata alle 18:12’. Due amici del morituro hanno guardato da un altro lato della camera mentre lui gorgogliava e ansimava.

Rick Allan Rhoades è stato dichiarato morto 17 minuti dopo.

Dopo l'esecuzione, Kevin Allen, un fratello delle vittime di Rhoades, ha detto di non riuscire ad esprimere in parole le ragioni per cui aveva voluto essere presente all’esecuzione, né come si sentisse durante tale esperienza.

"Non riesco davvero a descrivere com'è", ha detto Kevin Allen. "È l’evento più solenne a cui abbia mai partecipato."

Trent'anni di sforzi della difesa non hanno impedito l'esito funesto del caso di Rhoades. Circa un'ora prima dell'iniezione letale, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha negato la sospensione dell'esecuzione.

Una settimana prima che Rhoades venisse messo a morte il giudice distrettuale degli Stati Uniti David Hittner si è rifiutato di sospendere l’esecuzione.

Precedenti appelli a favore del condannato avevano invano tentato di far includere nelle carte processuali alcune antiche foto che in cui si vedeva Rhoades come un bambino felice.

Daniel Sanders, l'amico che si è imbattuto nei corpi dei fratelli Allen la mattina dell'omicidio, ha affermato di non aver mai ritenuto che gli appelli comportassero 30 anni di attesa per la fine del caso.

"Era sorprendente che il processo continuasse ad andare avanti", ha detto Daniel Sanders. "Avendo avuto la possibilità di leggere alcuni ricorsi, li ho ritenuti stupidi".

Gli omicidi dei fratelli Allen divennero un argomento popolare quando gli abitanti di Houston appresero che Rhoades era stato rilasciato sulla parola meno di 24 ore prima degli omicidi.

I pubblici ministeri e gli avvocati della difesa sono in disaccordo su ciò che è accaduto dopo, ma i giurati hanno condiviso la seguente versione dei fatti.

I fratelli Allen si addormentarono dopo una notte movimentata in cui avevano organizzato una festa per guardare l'Università di Houston giocare a calcio contro l'Università di Miami.

Stavano anche celebrando l'imminente apertura di uno studio di registrazione e il recente trasferimento nella nuova casa di Charles Allen.

Bradley Allen era un artista grafico e Charles Allen era un operatore di un'azienda chimica e un aspirante musicista con una casa piena di apparecchiature per la registrazione. Entrambi avevano divorziato recentemente. I corpi degli uccisi furono scoperti il giorno successivo, pugnalati più volte con un coltello da macellaio. Charles Allen era stato anche picchiato con un bilanciere. Rhoades rubò contanti e un mazzo di chiavi d’auto.

Gli Allen hanno lasciato 3 fratelli e una sorella, che ora sono tutti sulla sessantina. La loro madre è ancora viva.

Quella di Rhoades è stata la 55sima esecuzione portata a termine da quando Greg Abbott è diventato governatore del Texas.

Abbott è un cattolico praticante che insiste nel dire che la pena capitale è ammissibile. Nel 2014 dichiarò: “La dottrina cattolica non è contro la pena di morte, quindi non c’è alcun conflitto in materia”. Aggiungendo: “La differenza, ovviamente, è tra la vita innocente e coloro che hanno tolto vite innocenti.”

Ricordiamo che papa Francesco si è pronunciato molte volte, recisamente, contro la pena morte dichiarandola “inammissibile” e aggiungendo che “la dignità della persona non viene meno neanche dopo che questa ha commesso gravissimi crimini.”

La nuova versione del Catechismo della Chiesa cattolica pubblicata nel 2018 insegna che ‘la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona’. La Chiesa cattolica è impegnata per l’abolizione della pena capitale in tutto il mondo (1). (Pupa)

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(1) Vedi n. 251. Vedi anche nn.: 217; 220; 221, Notiziario; 224; 226; 242.

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Curtis Flowers finalmente lieto

3) FLOWERS CITA IN GIUDIZIO L’ACCUSATORE CHE LO HA PERSEGUITO 6 VOLTE

 

È comprensibile il desiderio di vendetta di un innocente che fu condannato a morte e rimase in carcere per 23 anni? Curtis Flowers ha già ricevuto un congruo indennizzo finanziario (v. n. 281) ma ha citato in giudizio 4 persone che con caparbietà perseguirono la sua condanna a morte.

 

Il nero Curtis Flowers è stato processato 6 volte con l’accusa di aver ucciso quattro persone in un negozio di mobili di proprietà di bianchi a Winona, nel Mississippi.

Curtis Flowers, fu condannato a morte e rimase in prigione per 23 anni prima di essere scagionato nel 2020 (1).

In una denuncia presentata il 3 settembre 2021 ad una corte federale (2), il team legale di Flowers sostiene che l’accusatore, un investigatore dell'ufficio del Pubblico Ministero e 2 agenti di polizia coinvolti nelle indagini violarono la Costituzione degli Stati Uniti, nonché la Costituzione del Mississippi e diverse leggi dello stato del Mississippi.

Il ricorso di Flowers va contro l’Accusatore Distrettuale del Quinto Circuito, Doug Evans, che ha perseguito Flowers sei volte, contro John Johnson, un ex investigatore che lavorava con Evans, nonché contro gli agenti dalla polizia stradale Jack Matthews e Wayne Miller. Nel ricorso si asserisce che il caso intentato contro Flowers “non ha mai avuto senso” e che “la mancanza di solide prove contro Flowers rende gli accusati colpevoli di aver inventato un caso che non doveva mai essere aperto”.

Nel corso di due decenni e sei processi, Evans ha sistematicamente rimosso i potenziali giurati neri dal caso di Flowers, processando ripetutamente Flowers, che è nero, davanti a giurie composte quasi esclusivamente da bianchi. Flowers è stato imprigionato e condannato a morte quattro volte, ma ogni condanna è stata annullata per la cattiva condotta di Evans.

Due dei processi di Flowers si sono conclusi con giurie sospese, con giurati bianchi che votavano a favore della condanna e giurati neri che votavano per l’assoluzione. Un'indagine di APM Reports ha scoperto che l'ufficio di Evans escludeva gli Afroamericani con una velocità di 4 volte superiore rispetto a quella con cui rimuoveva i giurati bianchi.

Poco prima del secondo processo di Flowers, la casa dei suoi genitori fu bruciata e a sua madre fu fatta da un bianco la minaccia che: "Se avessero rilasciato quel negro, un'altra casa sarebbe stata bruciata”. Alla fine, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la condanna di Flowers nel suo sesto processo per la discriminazione razziale compiuta da Evans nella selezione della giuria. Poi il Procuratore Generale del Mississippi ha tolto il caso ad Evans e le accuse sono cadute.

Curtis Flowers non potrà mai recuperare i 23 anni della sua vita trascorsi in prigione quando avrebbe dovuto essere a casa con la sua famiglia e i suoi amici”, ha detto in una nota Kaitlyn Golden, uno degli avvocati che rappresentano Flowers. “La legge consente a persone innocenti di intentare azioni legali contro i funzionari statali responsabili di cattiva condotta, una condotta che abbia portato ad un’ingiusta detenzione”.

Fin dall'inizio, Flowers è stato un sospetto improbabile. Il crimine era complesso e le prove indicavano che l'autore aveva competenza nelle armi da fuoco e probabilmente un passato criminale. Flowers non aveva precedenti penali, nessuna esperienza di armi da fuoco e nessun motivo plausibile per compiere il delitto. Fu interrogato e alla fine arrestato semplicemente perché aveva trascorso tre giorni e mezzo lavorando nel negozio di mobili dove avvenne il delitto.

Nel ricorso si afferma che alcuni investigatori tennero una cattiva condotta nel costruire il caso contro Curtis Flowers, incluso il “fare pressione sui testimoni per far loro affermare di aver visto Flowers in luoghi particolari nel giorno degli omicidi, utilizzando indebitamente una serie di foto per convincere un testimone a incriminare Flowers, non riuscendo a indagare a fondo su altri sospetti che avevano molte più probabilità di aver commesso gli omicidi attribuiti a Flowers […] e persuadendo un criminale in carriera ad affermare falsamente che Curtis Flowers aveva confessato in prigione."

Mentre gli appelli di Flowers andavano avanti l’agenzia investigativa APM Reports scopriva prove della sua innocenza, inclusi fatti che portavano ad un altro sospetto e l’ammissione del testimone principale dell’accusa, l'informatore carcerario Odell Hallmon, che aveva mentito quando testimoniò che Flowers aveva confessato gli omicidi.

“Nonostante la costante affermazione dell’accusatore Doug Evans nel corso degli anni che non c'erano altri sospetti oltre Curtis Flowers”, dice il legislatore “c'erano molteplici sospetti alternativi, comprese persone con storie di violenza, omicidio e furti commerciali”.

Nel giugno del 2019, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la condanna di Flowers nel suo sesto processo, rilevando che lo “sforzo implacabile e determinato di Evans di liberare la giuria dagli individui di colore, suggerisce fortemente che si volesse processare Flowers davanti ad una giuria con il minor numero possibile di giurati neri, possibilmente davanti a una giuria composta solo da bianchi".

Dopo che Evans ha indicato che intendeva processare Flowers una settima volta, due società per i diritti civili hanno chiesto un'ingiunzione per impedire al suo ufficio di impegnarsi in una selezione discriminatoria della giuria. Gli avvocati di Flowers si sono anche impegnati per rimuovere Evans dal caso, portandolo a ritirarsi volontariamente e a lasciare il caso al Procuratore Generale del Mississippi Lynn Fitch. Nel Settembre 2020, Fitch ha fatto cadere le accuse contro Flowers, scrivendo che “data la totalità delle circostanze è nell’interesse delle giustizia che lo stato non chieda una settimo processo contro Flowers, cosa senza precedenti”. (Anna Maria)

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(1) Vedi nn. 260, 267, 281

(2) Si tratta della United States District Court for the Northern District of Mississippi

4) CHIESTA LA GRAZIA PER JONES CONDANNATO A MORTE IN OKLAHOMA

 

Julius Jones, che fu arrestato a 19 anni di età nel 1999 e condannato a morte per omicidio, si dichiara innocente. Un’enorme mobilitazione popolare in suo favore ha indotto la Commissione per le Grazie dell’Oklahoma a raccomandare al Governatore Kevin Stitt la commutazione della sentenza capitale di Jones in ergastolo con la possibilità di liberazione sulla parola. La commutazione della sentenza capitale comporterebbe la liberazione di Jones in tempi brevi.

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Julius Jones da giovane

La Commissione per le Grazie dell’Oklahoma il 13 settembre ha votato per raccomandare al Governatore Kevin Stitt la commutazione della sentenza capitale di Julius Jones (1).

La Commissione, con 3 voti contro 1, ha raccomandato che la sentenza capitale di Jones sia commutata in ergastolo con la possibilità di liberazione sulla parola. I membri della Commissione Adam Luck, Larry Morris and Kelly Doyle hanno votato a favore del condannato, mentre Richard Smothermon ha votato contro.

Se la sua condanna verrà commutata, Jones potrà tornare presto in libertà dato che ha già passato molto tempo in prigione. Egli fu arrestato nel 1999 quando aveva 19 anni.

Il Governatore Kevin Stitt ha la facoltà di decidere se accogliere o meno la raccomandazione del Board.

“Il governatore svolge il suo ruolo in questo processo seriamente e prenderà in considerazione il parere della Commissione per le Grazie dell’Oklahoma come egli fa in ciascun caso,” ha dichiarato l’ufficio di Kevin Stitt. “Non rilasceremo nessun altro commento fino a quando il governatore non avrà deciso”.

Ricordiamo che Jones, che ora ha 41 anni, è stato condannato a morte nel 2002 per aver ucciso con un’arma da fuoco Paul Howell, un uomo d'affari di Edmond, e che negli ultimi tempi si è verificata un’enorme mobilitazione in suo favore. Il 25 febbraio u. s. i suoi sostenitori hanno consegnato alla Commissione per le Grazie e per il Rilascio sulla Parola oltre 6 milioni di firme di persone che chiedevano la grazia per lui.

Molte persone note si si sono espresse in favore di Julius Jones, tra di esse Kim Kardashian che è pure andata a visitarlo in prigione.

“La verità è che non ho ucciso Howell,” ha scritto Jones in una lettera inviata alla Commissione per le Grazie in aprile allorché si esaurì il suo iter legale. “Non ho partecipato in alcun modo a quell’omicidio. La prima volta che ho visto Howell è stato in televisione quando si parlò della sua uccisione.

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(1) Sul caso di Julius Jones v. articolo nel n. 285

5) SOSPESA L’ESECUZIONE DI JOHN RAMIREZ IN TEXAS PER MOTIVI RELIGIOSI

 

Il regolamento carcerario del Texas non consente ai condannati a morte di mantenere un contatto fisico con i loro assistenti spirituali durante la somministrazione dell’inizione letale. Per questo, dopo una frenetica attività legale, la sera dell’8 settembre l’esecuzione di John Ramirez è stata sospesa.

 

Il 37-enne John Ramirez (1) fu condannato a morte nel 2008 per aver rapinato e ucciso a Corpus Christi il commesso Pablo Castro.

Ramirez doveva essere messo a morte in Texas alle 18 dell’8 settembre u. s. ma l’esecuzione è rimasta in forse fino alle 21 di quel giorno.

Ciò perchè l’ultima richiesta del condannato è stata che fosse consentito al suo assistente spirituale Dana Moore, pastore della Seconda Chiesa Battista di Corpus Christi, di rimanere insieme a lui durante l’esecuzione, cosa che il Texas si è rifiutato di permettere.

Ramirez ha obiettato che la decisione violava i suoi diritti religiosi ma le corti del Texas hanno confermato la decisione del sistema carcerario.

“Il Dipartimento di Giustizia Penale del Texas ha il pressante interesse di portare avanti un ordinato, sicuro, ed efficiente procedimento quando effettua una procedura irrevocabile e carica di emozioni,” aveva sentenziato il giudice Distrettuale David Hittner già la settimana prima.

Il giudice Hittner aveva aggiunto che il TDCJ (Dipartimento di Giustizia Criminale del Texas) avrebbe rispettato i diritti religiosi di Ramirez consentendogli di incontrare il pastore nel giorno dell’esecuzione e permettendo al pastore di stare nella camera della morte mentre veniva somministrata l’iniezione letale.

In effetti l’attuale protocollo di esecuzione in Texas consente agli assistenti spirituali di entrare nella camera della morte ma costoro devono sedersi un un angolo “per ragioni di sicurezza”.

“Capisco che mi sarà consentito di rimanere nella stessa stanza di John durante l’esecuzione, ma non potrò toccarlo,” ha scritto il pastore Dana Moore.” Aggiungendo: “Ho bisogno di stare in contatto fisico con John Ramirez nel momento più stressante e difficile della sua vita per confortarlo.”

Dopo che la Corte Federale Distrettuale e la Corte Federale del Quinto Circuito hanno rifiutato di fermare l’esecuzione di Ramirez, alle 21 è intervenuta Corte Suprema degli Stati Uniti bloccando l’esecuzione.

L’avvocato di John Ramirez, Seth Kretzer, ha detto che è stato terribile sia per i congiunti di Ramirez (la moglie, il figlio e una nonna, oltre a due amici) che per quelli di Castro (quattro figli) aspettare per tre ore un’esecuzione che non è mai avvenuta.

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(1) Una foto e un breve articolo su John Ramirez si trovano nel n. 285

6) CONCESSA LA GRAZIA POSTUMA AI SETTE NERI DI MARTINSVILLE

 

I parenti di sette giovani uomini di colore messi a morte in Virginia nel 1951 sono riconoscenti nei riguardi del governatore Ralph Northam che il 31 agosto ha concesso la grazia postuma ai giustiziati.

 

Il governatore della Virginia Ralph Northam ha graziato sette giovani uomini di colore che furono condannati a morte da giurie composte solo da bianchi e giustiziati in Virginia settant'anni fa. I sette erano stati accusati di aver violentato una donna bianca nella città di Martinsville.

Dopo anni di impegno dei discendenti dei giustiziati e di altri attivisti, Northam ha annunciato la grazia postuma il 31 agosto 2021, sorprendendo coloro che erano venuti in Campidoglio per incontrare personalmente il governatore e perorare il caso.

Northam ha emesso provvedimenti di grazia separati per ciascuno dei 7 uomini: Francis DeSales Grayson, Frank Hairston Jr., Howard Hairston, James Luther Hairston, Joe Henry Hampton, Booker T. Millner e John Clabon Taylor.

“È stato uno dei giorni più belli della mia vita”, ha detto Pam Hairston, che è imparentata con molti dei condannati e si è impegnata per decenni a sostenere la loro causa.

Riconoscendo che le esecuzioni dei neri, noti come i “Martinsville 7”, furono un prodotto del razzismo, Northam ha affermato: “Si tratta di correggere gli errori”.

Rudy McCollum, ex sindaco di Richmond imparentato con due dei condannati, ha affermato che "la sua azione era attesa da tempo per rimarginare finalmente una ferita per le famiglie, chiudendo questa vicenda con il riconoscimento da parte dello stato che a queste persone è stato negato il giusto processo solo per il colore della loro pelle".

I Martinsville 7 furono accusati di aver violentato una donna bianca nel 1949 e interrogati dalla polizia senza la nomina di un legale. Sotto la minaccia di un linciaggio se fossero stati rilasciati, ognuno di loro confessò di essere coinvolto nello stupro. Dopo una serie di processi superficiali davanti a giurie composte di soli bianchi furono tutti condannati a morte e giustiziati nel 1951 nella più grande esecuzione di massa per stupro nella storia degli Stati Uniti.

In un podcast del gennaio 2021, McCollum ha dichiarato all'amministratore delegato del DPIC (Death Penalty Information Center) Anne Holsinger: “Lo scopo dei linciaggi e anche di azioni statali come quella, era di inviare un messaggio alla comunità nera. ... Se oltrepassi il limite, faremo in modo che... l'intera comunità riconosca che... ci saranno conseguenze”.

“Ho sentito alcune persone domandarsi: ‘Perché lo stiamo tirando fuori adesso?' ” - ha detto Faye Holland, direttore esecutivo della Martinsville 7 Initiative, che ha sostenuto la richiesta di grazia. "Non lo stiamo tirando fuori adesso. Lo è stato per 70 anni, e nessuno ha mai fatto nulla."

“Sebbene i perdoni non riguardino l’innocenza o la colpevolezza dei sette, servono come riconoscimento da parte del Commonwealth della Virginia che questi uomini sono stati messi a morte senza un giusto processo e hanno ricevuto una condanna capitale razzista non applicata allo stesso modo agli imputati bianchi”, si legge nella dichiarazione del governatore Northam. “Noi tutti meritiamo un sistema di giustizia penale che sia equo, egualitario e giusto, non importa chi sei o che aspetto hai. Sono grato ai sostenitori e alle famiglie dei 7 di Martinsville per la loro dedizione e perseveranza”.

In risposta ai provvedimenti di grazia, la National Association for the Advancement of Colored People della Virginia ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che “decenni dopo che il Commonwealth ha processato e giustiziato questi giovani senza un giusto processo, l'annuncio di oggi, atteso da tempo, è un passo verso la giustizia”.

Dal 1900 fino al 1977, anno in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha vietato la pena di morte per crimini in cui nessuno è stato ucciso, la Virginia ha messo a morte 73 neri con l’accusa di stupro, tentato stupro o rapina. Nello stesso periodo, nessuna persona bianca è stata giustiziata per questi crimini. E in tutta la sua storia, la Virginia non ha mai giustiziato un bianco per aver violentato una donna di colore.

McCollum ha detto al DPIC: “Se vogliamo davvero andare avanti come società, dobbiamo riconoscere che quando vengono commessi errori, è necessario correggerli. Ma non possono essere corretti, a meno che non ci sia un'ammissione”.

Il direttore esecutivo del DPIC, Robert Dunham, ha definito le esecuzioni dei Martinsville 7 “una manifestazione di terrorismo razziale con l’uso del linciaggio attraverso il sistema legale”. “I processi farsa dei Martinsville Seven di fronte a giurie tutte bianche e tutte maschili – ha detto Dunham all’UPI - hanno evidenziato l'uso della pena di morte quale strumento di oppressione razziale e hanno evidenziato il legame tra linciaggio, segregazione e pena di morte".

“L'abolizione della pena di morte da parte della Virginia è stato un evento storico nel porre fine all'eredità di queste ingiustizie razziali”, ha detto Dunham. “Ma il caso dei Sette di Martinsville è importante per un’altra ragione: il perdono è una scusa formale e un riconoscimento che la vita delle persone che sono state vittime dell'ultima oppressione razziale, la vita dei loro familiari e la vita di tutta la comunità nera ha valore. Le loro vite contano. E anche riconoscere questo è importante”.

(Pupa, da un articolo del Death Penalty Information Center)

7) USA: CONTINUA A DIMINUIRE LA POPOLAZIONE DEI BRACCI DELLA MORTE

 

È netta la tendenza alla diminuzione del numero degli ospiti nei bracci della morte degli Stati Uniti d’America, l’unico paese del blocco occidentale che mantiene la pena di morte.

 

Negli Stati Uniti continua la diminuzione del numero dei condannati a morte iniziata trent'anni fa.

Il numero di persone detenute nel braccio della morte o che rischiano una condanna a morte negli Stati Uniti corrisponde ora al minimo negli ultimi tre decenni, secondo i dati analizzati e diffusi dal Death Penalty Information Center.

Risulta che 2.504 persone sono imprigionate nei bracci della morte statali, federali o militari o rischiano la morte in attesa di un nuovo processo o di una nuova sentenza, uguagliando il totale dell’agosto 1991.

Poi il numero dei condannati a morte aumentò raggiungendo il picco di 3.717 a luglio del 2001.

Il numero di persone condannate a morte o che rischiano la pena di morte nei procedimenti capitali pendenti è diminuito del 32,6% da allora.

Le sentenze di colpevolezza o le condanne a morte di 223 persone sono state ribaltate, lasciando circa un caso su undici in attesa di un nuovo processo o di una nuova sentenza. Escludendo questi casi, il numero di persone negli Stati Uniti che devono affrontare condanne a morte attive è sceso a 2.281.

Il 34,4% (861 persone) di coloro che sono nel braccio della morte o che rischiano una nuova condanna a morte si trova in stati dove vige una moratoria sulle esecuzioni. Includendo quelli in altri stati le cui condanne a morte sono state annullate, ci sono 1.036 condanne a morte attualmente inapplicabili, il 41,4% di tutti i casi capitali.

1.468 condannati a morte hanno attualmente condanne esecutive.

Il braccio della morte della California è sceso a 704 prigionieri, ma è rimasto di gran lunga il più grande della nazione. Seguono la Florida (con 343 condannati a morte), il Texas (con 205) e l’Alabama (con 170).

A livello nazionale, il 42,4% dei detenuti nel braccio della morte è costituito da bianchi, il 41,3% da neri, il 13,5% da latino-americani, l’1,8% da asiatici e l’1,0% da nativi americani.

Tra gli stati con almeno 10 prigionieri nel braccio della morte, quelli con la più alta percentuale di persone di colore nel braccio della morte sono il Nebraska (75,0%), il Texas (72,7%), la Louisiana (72,4%), la California (67,2%) e la Pennsylvania (62,4%).

Il 2% dei condannati a morte sono donne. (Pupa)

 

 

 

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 30 Settembre 2021

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